“E chi t’ei?” “’r Mostro de Pitei!”. Ecco tutto quello che si riesce a sapere del più famoso personaggio spezzino insieme a Strina. Verità o leggenda?
Alla Spezia e provincia ci sono almeno due personaggi che tutti conoscono: Strina e “’r Mostro de Pitei”. Entrambi sono a cavallo tra realtà e leggenda e nessuno riesce a dirimere il gomitolo di quale sia la versione reale della loro storia. Quello che si riferisce riguardo la vita di Strina – anche se con qualche difficoltà – lo abbiamo già raccontato, tirare le fila su quanto si racconta del Mostro de’ Pitei (in italiano, il Mostro di Pitelli, piccolo centro del comune della Spezia) è ancora più difficile. Però ci proviamo.
“E chi t’ei?” “’R Mostro de Pitei!”
Partiamo dai dati certi. In tutta la provincia spezzina, quando qualcuno racconta qualcosa che agli altri pare incredibile (o si impegna a fare qualcosa che gli altri non ritengono realizzabile), la domanda è quasi automatica: “Belina, e chi t’ei?”.
Quasi scontata la risposta: “’r Mostro de Pitei!”.
Lo scambio di battute, diventato ormai una cantilena, appare un modo per tranciare un discorso in cui già si sa che ognuno rimarrà sulle proprie posizioni (se ti interessano altri modi di dire spezzini, ne abbiamo parlato qualche tempo fa in questo post).
Nell’interpretazione c’è anche qualcuno che si spinge oltre e sostiene che la frase “E chi t’ei? ‘R Mostro de Pitei?” quando pronunciata da un’unica persona non sia altro che la versione spezzina del detto: “E chi sei? Il figlio della gallina bianca?”.
Il Mostro de Pitei è veramente esistito?
Ma chi è veramente questo mostro di Pitelli? È veramente esistito o la sua esistenza si limita alla rima dello scioglilingua?
Come tutte le leggende popolari, anche quella del Mostro di Pitei non garantisce certezze sulla sua origine. Scavando un po’ in rete, sfruttando quanto scritto dalla Pro Loco di Pitelli, abbiamo trovato tre diverse versioni.
Una prima spiegazione vorrebbe la tradizione del Mostro di Pitei nata come risposta a un insulto. Secondo qualcuno, infatti, tutto partirebbe da un abitante di Pitelli – il classico “scemo del villaggio” – che un giorno, in risposta a un insulto sulla sua bruttezza, avrebbe detto: “Miate un po’ te chi tei! Che te me pai Er Mostro de Pitei!“.
Non molto differente è una seconda versione. All’origine del tutto, ci sarebbe un tale Sandro, tipico sbruffone di paese capace di vantarsi di storie e avventure incredibili. Un giorno, il buon Sandro avrebbe raccontato – nel bar del paese – che la notte precedente, mentre stava percorrendo la strada di Pagliari (quella che unisce La Spezia a Pitelli) per rincasare, era stato assalito da un orso. Come si era salvato? Prima nascondendosi nel cimitero e poi mettendo in fuga la bestia “a suon di pattoni” (ndr. i “pattoni” in dialetto spezzino sono gli schiaffoni). Fu a quel punto che chi ascoltava il racconto, non riuscendo più a trattenere le risate, se ne uscì con la celebre espressione: “E belin, e chi t’ei? ‘R Mostro de Pitei?”
Secondo un terza e ultima versione, invece, la leggenda del mostro di Pitei sarebbe da ricondurre alla presenza nelle campagne intorno a Pitelli di un vecchio eremita di nome Marino. Secondo alcuni, il famoso “mostro de Pitei” sarebbe proprio lui. Ulteriori dettagli, però, si perdono nella nebbia o magari sono nascosti nelle grotte del territorio di Pitelli. Ma questa è ancora un’altra storia, che prima o poi racconteremo.
La foto in copertina è di Federico Baronti
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