I bozi di Punta Pineda – vasconi naturali protetti dalle rocce e in passato usati per ricavare sale dall’acqua marina – sono una località di mare tanto bella quanto esclusiva. Difficili da raggiungere, sono la piscina più scenografica della Liguria.
Le Cinque Terre sono il gioiello più brillante della riviera spezzina, quello che attira sguardi e turisti da tutto il mondo. Ma è nelle discese a mare dei borghi di Tramonti che il territorio spezzino nasconde – con ancor maggior gelosia – i suoi diamanti più preziosi. Punta Pineda e le sue piscinette (ndr. i bozi, in dialetto) sono tra gli angoli di mare segreto più suggestivi ed esclusivi che la provincia spezzina custodisca. Un luogo esclusivo perché non molto frequentato, ma soprattutto perché difficilmente raggiungibile.
I bozi: selvagge piscine in riva al mare aperto
Prima di tutto un’avvertenza: la discesa verso le piscinette e la successiva risalita sono davvero impegnative. Pertanto: meglio non affrontarle in tenuta da bagnante; meglio non affrontarle se non si è assolutamente sicuri di reggere lo sforzo (la risaltia è tanto dura da fare sembrare uno scherzo il sentiero che da Montemarcello porta a punta Corvo); meglio evitare le ore più calde (come al buio); meglio informarsi sempre prima di partire sull’effettiva percorribilità del sentiero; meglio premunirsi di abbondante acqua.
Se si è però disposti e pronti ad affrontare la fatica, il paesaggio di punta Pineda ripagherà dello sforzo. Dopo un sentiero fatto di tanti gradini – con più di un tratto esposto – roccia, fichi d’india, passaggi tra le terrazze coltivate di Campi, si raggiunge il mare. Lo sguardo corre dal Tino alla costa delle Cinque Terre, in un silenzio che fa toccare l’infinito.
Qui, di fronte al mare aperto, la scogliera assume una forma unica: nel silezio, le rocce costituiscono una barriera naturale dietro cui – riparate dalle onde – si trovano i bozi, vasconi naturali di roccia dove l’acqua di mare entra e crea un favoloso “effetto piscina”, protetta dal sale lasciato sui bordi dall’acqua evaporata.
Ecco un video che raccoglie alcune immagini di punta Pineda realizzato da BAD:
Come si arriva?
Per raggiungere Punta Pineda si può partire dalla Litoranea. Provenendo dalla Spezia, superata la galleria di Biassa e il ristorante Due Gemelli si incrocia un bar. Poco dopo, ecco l’accesso al sentiero che – dopo molta fatica – condurrà al mare.
Tra le varie scalinate di Tramonti quella da imboccare è quella di Campi. Come detto, non è una scalinata banale: sono 260 metri di dislivello senza respiro, guardando l’azzurro del mare e camminando in mezzo alle rocce.
La scalinata è assai delicata, bisogna dunque avere cura di informarsi adeguatamente (lo ripetiamo una volta di più) sulla effettiva percorribilità del percorso (N.B. a fine 2015 il percorso era percorribile).
Il cammino può durare 40 minuti a scendere e un’ora abbondante a risalire.
I bozi: piscina esclusiva e salina naturale
In ragione della loro conformazione naturale, i bozi sono stati utilizzati dalla gente del posto fino al secondo dopo guerra come salina. La bassa profondità delle “piscinette” infatti favorisce l’evaporazione dell’acqua marina, che lascia così depositato sulla roccia il sale.
Un tempo, i contadini di Biassa favorivano questo processo utilizzando rudimentali teglie di lamera sotto cui accendevano il fuoco.