Spezzino Vero, Storie Spezzine
Forse lontani dall’accoglienza romagnola, ma non così scortesi come i luoghi comuni li dipingono. È vero: alla Spezia e dintorni il settore turistico sta muovendo i primi passi, ma quelli compiuti – partendo da un’economia dominata dalla grande industria statale – sono stati da gigante.
Per entrare in sintonia con gli spezzini basta seguire pochi semplici accorgimenti. Per prima cosa, bisogna evitare – parlando con loro – alcuni scivoloni che rischiano di mettere l’intero rapporto in salita.
Di seguito vi spieghiamo le frasi assolutamente da evitare, avvertendovi che poi ci sono anche i modi di dire spezzini che non capirete immediatamente.
Troverete degli spezzini che mal sopportano il legame con Genova (ritenuta matrigna) e altri che diranno di sentirsi semplicemente spezzini; troverete spezzini che sognano la Lunigiana e altri, addirittura, di formare una regione con Parma.
Di sicuro non troverete mai nessuno che sarà contento di sentire definire La Spezia come una città toscana. Gli spezzini rivendicano le peculiarità proprie del loro territorio (le coste scoscese, le spiagge difficilmente sabbiose, i terrazzamenti coltivati) e non possono riconoscersi in altro.
Ciò che più li mortifica, però, è il fatto che la gente non sappia dove collocare la cittadina: fortemente convinti che il loro Golfo sia uno degli angoli più belli del mondo, non si capacitano che ci sia chi non lo conosca.
Chi guarda da fuori certo non può essere addentro le questioni campanilistiche, ma il dato di fatto è che Genova è Genova e La Spezia è La Spezia: anche una regione piccola come la Liguria vuole le sue differenze.
Perciò va bene dire davanti agli spezzini che i genovesi sono tirchi, va meno bene estendere automaticamente questa peculiarità a tutti i liguri; non va assolutamente bene estenderla agli spezzini.
La regola è questa: gli spezzini non sono genovesi. Se conoscete uno spezzino che vi pare tirchio e gli dite che è come “tirchio come un genovese”, è facile che lui vi risponda che “i genovesi son tirchi, noi nemmeno li abbiamo i soldi”.
Qui le questioni sono due: l’adagio che voleva La Spezia come una città bruttina e morta – in gran parte vero fino agli anni Novanta – oggi non è così più attuale (la città è molto cambiata negli ultimi anni); il diritto di parlare male di Spezia (ndr. gli spezzini la chiamano così, senza l’articolo) non lo hanno tutti.
Nel dettaglio: se sentite parlare degli spezzini tra loro, facilmente riusciranno a elencare tutti i difetti e le mancanze della città, in parte ridendone, in parte scrollando le spalle con sconsolata rassegnazione. Facilmente vi farete l’idea di una città invivibile. Non azzardatevi però a dirlo: verrete sbranati.
La regola è: gli spezzini possono parlare male della loro città, ma guai a toccarla se non si è del posto.
Se siete impegnati in una discussione con uno spezzino e lui la chiude con la frase “Hai ragione anche te!” (ndr. gli spezzini usano “te” anziché “tu”), non vi azzardate a mostrare soddisfazione.
In realtà nessuno vi sta dando ragione veramente, pensa solo che siate un caso irrecuperabile e che non valga la pena buttare ulteriore tempo nella discussione.
Quando in una discussione qualcuno vi dice “C’hai ragione anche te”, l’unico metodo per uscirne in maniera decorosa è rispondere: “E allora no!” (ndr. gli spezzini dicono “E aloa no!”).
In questo modo la discussione si chiude e tutti salvano l’onore.
Se con questa frase pensate di far avviare una discussione intelligente sui modi di affrontare il turismo e le carenze del settore in Liguria, sappiate che state sbagliando strada.
Otterrete due possibili reazioni.
La prima, molto secca, prevede una rapida chiusura del dibattito con: “E allora stattene a casa tua!” (ndr. solitamente viene aggiunto “nella nebbia”, anche se non si sa se la zona da cui provenite è nebbiosa).
La seconda strada è un po’ più articolata e prevede una sorta di spiegazione razionale: “Perché non abbiamo spazi… non siamo come la Romagna… se vuoi pagare poco, vai là, che c’è il mare che ti arriva al belino”.
Lo so, rimarrete spiazzati, ma non disperate: se farete notare che certe cose potrebbero essere migliorate e che il servizio potrebbe essere ottimizzato “in questa e quest’altra maniera” otterrete la ragione, in maniera convinta.
Però poi lo spezzino vi dirà: “Magari l’anno prossimo…”
E voi dovrete solo attendere.
E sperare.
CONCLUSIONE: Al di là dello scherzo, La Spezia e la sua provincia sono in profondo cambiamento e – come tutti i luoghi che attraversano una fase di cambiamento – sono interessanti da visitare. Venite alla Spezia, perché potrete toccare con mano un territorio che cerca di costruirsi il futuro.
Una città piena di stranieri, gente che chiede l’elemosina e ciclisti arroganti.
Mi sembra un po’ limitativo come giudizio, ma libera parola a tutti 🙂