https://cinqueterreandbeyond.com/it Guida a un luogo meraviglioso Sat, 31 Mar 2018 14:19:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.4 https://cinqueterreandbeyond.com/wp-content/uploads/2016/04/cropped-cropped-logo-2-2-32x32.jpg Cinque Terre & Beyond https://cinqueterreandbeyond.com/it 32 32 La tradizione e la ricetta dei Croxetti di Varese Ligure https://cinqueterreandbeyond.com/it/the-croxetti-tradition-and-recipe-from-varese-ligure/ Sat, 31 Mar 2018 02:34:18 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16361 Per chi ama la pasta, vale la pena una visita a Varese Ligure per ammirare l’arte di fare i Croxetti, bella e saporita pasta fatta a mano In Liguria, e principalmente nella Riviera di Levante, i Croxetti o Corzetti sono piccoli cerchi di pasta a forma di medaglione su cui con uno stampo di legno ...

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]]> Per chi ama la pasta, vale la pena una visita a Varese Ligure per ammirare l’arte di fare i Croxetti, bella e saporita pasta fatta a mano

In Liguria, e principalmente nella Riviera di Levante, i Croxetti o Corzetti sono piccoli cerchi di pasta a forma di medaglione su cui con uno stampo di legno viene impresso un disegno. Nei centri storici, ancora oggi, è possibile trovare antichi negozi che producono gli stampi essenziali per preparare i corzetti in casa.

The croxetti molds and medaillons

La pasta era originariamente intesa come uno sfoggio di ricchezza e dello status di un ospite nei confronti del commensale

I croxetti o corzetti salirono per la prima volta agli onori delle cronache della Repubblica di Genova negli ultimi anni del 1700 nel menu di un pranzo ufficiale organizzato per gli ambasciatori del Marocco. Ma c’erano già nel Rinascimento, quando i nobili cominciarono ad avere il loro stemma in rilievo sulla pasta fresca. Ancora oggi, in alcune parti della Liguria, sopravvive l’usanza, in occasione dei matrimoni, di preparare i croxetti con le iniziali della coppia.

Il nome genovese “cruxettu” deriva dall’immagine stilizzata di una piccola croce (“cruxetta”) con cui uno dei due lati di questi medaglioni era originariamente decorato. Nel Levante della Liguria, la parola “corzetto” significa sia lo stampo di legno che la pasta così incisa. Venivano usati legni pregiati come acero o faggio o anche melo o pero (e ancora oggi è così per gli artigiani che li producono); il legno utilizzato per gli stampi doveva essere privo di tannino o resine che rilasciassero aromi nell’impasto.

A Varese Ligure l’Artigiano Pietro Picetti è il più rinomato artigiano di croxetti della zona

In realtà è uno degli artigiani che ha contribuito a far rivivere la tradizione dei croxetti:

Tutte le famiglie di Varese avevano in casa stampi per preparare i croxetti, ma non li usavano più per fare la pasta. All’improvviso mi sono ricordato che anche mia madre ne aveva appartenuto a uno dei miei bisnonni e ho scoperto che avevo uno stampo del 1700. Così ho deciso di salvare la tradizione e sono riuscito a estrarre vecchi stampi dagli armadietti, rispolverarli e farli rivivere. Oggi i croxetti fanno parte della tradizione culinaria della Liguria, in particolare del Levante.

Pietro PIcetti in his workshop
Pietro PIcetti in his workshop

Picetti ha il suo modo speciale di fare i croxetti: li fa ad uno ad uno e li incide su entrambi i lati, il che li rende più belli e gustosi (la salsa impregna la pasta attraverso la goffratura).

Oggi, la fama di Picetti e della buona – oltre che bella – pasta che è scolpita con i suoi speciali stampi ha varcato i confini di Varese. L’artigiano è stato, infatti, intervistato da numerosi media nazionali e internazionali, e oggi riceve richieste da tutto il mondo per avere la pasta inviata con forme specifiche in rilievo. Ma ciò non ha influito sulla sua vita nel tranquillo laboratorio di Varese Ligure.

La ricetta dei Croxetti di Varese Ligure (una volta acquistato lo stampo)

Ingredienti per la pasta

6 etti di farina
3 uova
una noce di burro
una manciata di parmigiano
un bicchiere d’acqua
sale

Ingredienti per la salsa bianca (pesto di pinoli)
150 gr di pinoli
1/2 spicchio d’aglio
poco olio
poco latte
un pizzico di maggiorana

Preparazione:

In una spianatoia fare un cumulo con la farina, aggiungere tutti gli ingredienti, impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo, stenderlo fino renderlo piuttosto sottile, schiacciarlo bene con il croxetto per tagliare il medaglione e, allo stesso tempo, incidere il disegno. Lasciare riposare.

Mescolare tutti gli ingredienti della salsa nel mixer fino ad ottenere una salsa cremosa, assaggiare e, se necessario, aggiungere sale. Volendo, si può aggiungere dei pinoli tostati alla fine.

 

 

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]]> Alla Fortezza Firmafede, Galileo e la Rivoluzione scientifica https://cinqueterreandbeyond.com/it/alla-fortezza-firmafede-galileo-e-la-rivoluzione-scientifica/ Tue, 20 Mar 2018 18:40:10 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16329 Dopo la mostra del 2017 dedicata alle macchine di Leonardo da Vinci, prosegue il percorso dedicato allo scienziato ambientato nella fortezza Firmafede con “Galileo e la rivoluzione scientifica”, mostra che ricrea l’ambiente storico, sociale e religioso che segnò la nascita della modernità.  La mostra, corredata da pannelli didattici, modelli tridimensionali interattivi di invenzioni e di esperimenti ...

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]]> Dopo la mostra del 2017 dedicata alle macchine di Leonardo da Vinci, prosegue il percorso dedicato allo scienziato ambientato nella fortezza Firmafede con “Galileo e la rivoluzione scientifica”, mostra che ricrea l’ambiente storico, sociale e religioso che segnò la nascita della modernità. 

La mostra, corredata da pannelli didattici, modelli tridimensionali interattivi di invenzioni e di esperimenti galileiani pone la figura e l’esperienza umana di Galileo nel suo panorama storico e socio-culturale. Della modernità che si stava disegnando nelle sue caratteristiche cerca di mostrare i fermenti, i contrasti e l’incredibile creatività, non meno importanti nell’Italia della Controriforma. Il nuovo approccio scientifico sperimentale di Galileo per giungere alla conoscenza della natura, la mancanza di un incontro costruttivo con le autorità e il potere, l’intera vicenda galileana e la sua portata storica vengono riletti alla luce della scienza contemporanea mostrando il rapporto contrastato e i punti di incontro tra fede e scienza della modernità.

Quattro le sezioni attraverso cui sarà articolata l’esposizione. 

Partendo dai maestri che hanno rappresentato modello e ispirazione per Galileo, attraverso il rapporto dello scienziato con la conoscenza, segue la sezione dedicata al processo a cui fu sottoposto, per terminare con quella dedicata all’eredità scientifica lasciata dal maestro. 

Per l’intera durata della mostra sono previste visite guidate, laboratori didattici, attività ed eventi dedicati alle famiglie.

La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30.
Il biglietto di ingresso ha un costo di € 8 (intero) e di € 4 (ridotto). Sono previste agevolazioni per le famiglie.

Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.fortezzafirmafede.it.

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]]> Le giornate di Primavera del FAI alla Spezia: Forte Umberto I e Case Lovara https://cinqueterreandbeyond.com/it/le-giornate-di-primavera-del-fai-alla-spezia-forte-umberto-i-e-case-lovara/ Thu, 15 Mar 2018 13:26:17 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16293 Le giornate di prima Le Giornate primaverili nazionali del FAI  – Fondo italiano per l’ambiente – sono state organizzate negli ultimi 26 anni coinvolgendo le città italiane nell’apertura di luoghi pubblici normalmente chiusi ai visitatori, e puntando i riflettori su particolari edifici del patrimonio culturale spesso sconosciuti anche a chi vive nelle loro vicinanze. Ci sono più ...

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]]> Le giornate di prima

Le Giornate primaverili nazionali del FAI  – Fondo italiano per l’ambiente – sono state organizzate negli ultimi 26 anni coinvolgendo le città italiane nell’apertura di luoghi pubblici normalmente chiusi ai visitatori, e puntando i riflettori su particolari edifici del patrimonio culturale spesso sconosciuti anche a chi vive nelle loro vicinanze. Ci sono più di 1.000 luoghi in tutta Italia, che possono essere visitati offrendo un contributo gratuito durante le Giornate di Primavera. I contributi vengono utilizzati dall’Associazione nazionale per la conservazione di monumenti e opere d’arte.

Alla Spezia ci saranno due luoghi aperti al pubblico con visite guidate organizzate da scuole ed eventi speciali nei giorni 24 e 25 marzo 2018: la Fortezza Umberto I sull’isola Palmaria e, per il secondo anno consecutivo, il podere Case Lovara.

 

La Fortezza Umberto I, anche conosciuta come la “Fortezza del Mare”, eccezionale macchina da guerra nel distretto militare del Golfo della Spezia

Vista del Forte Umberto I dall’alto

I riflettori della FAI quest’anno sono sul Forte Umberto I, fu costruito come parte del distretto militare marittimo di La Spezia all’inizio del XX secolo, sotto il Regno d’Italia, e dotato di una batteria di cannoni che potevano sparare sulla linea di mare per affrontare un attacco. E ‘ancora considerata una delle più innovative strutture difensive dell’epoca, con le sue enormi batterie che potevano essere spostate dai motori a vapore, ma ha anche un valore artistico, per il massiccio utilizzo di blocchi perfettamente tagliati di portoro, un marmo nero di alta qualità escavato proprio sull’isola.

Spesso si crede erroneamente che il Forte fosse una prigione militare, cosa che fu solo per un breve periodo negli anni ’50. Tuttavia, un altro forte fu eretto in cima all’isola, Forte Cavour, usando i prigionieri condannati ai lavori forzati intorno al 1861, al momento dell’unificazione italiana. Tra questi anche i volontari garibaldini per Roma capitale poi fatti prigionieri. Un altro esempio di struttura militare fortificata è proprio al largo della FortezzaUmberto I: l’affascinante Torre Scola.

La storia delle strutture difensive fortificate nel Golfo iniziò tra il 1500 e il 1600, ma con Napoleone cominciò la vera pianificazione di un articolato sistema difensivo, con una serie di strutture volte alla difesa del Golfo e soprattutto dell’arsenale, inizialmente concepito nella baia delle Grazie e poi progettato da Domenico Chiodo e da Cavour alla Spezia, al centro del Golfo.

Come visitare il FOrte Umberto I nelle giornate di Primavera del FAI alla Spezia

Gli studenti della Spezia accoglieranno i turisti nel porticciolo del Terrizzo dell’isola Palmaria, e saranno loro guida durante la visita del forte, condividendo informazioni sull’isola e sul Golfo.

Nell’edificio della fortezza, ci sarà un’esposizione di immagini e modelli di siluri forniti dalla Marina Militare.

Il Parco Naturale Regionale di Portovenere e l’Associazione Mangiatrekking illustreranno le caratteristiche naturali dei percorsi della Palmaria

L’Associazione Dalla Parte dei Forti offre una video spiegazione delle fortificazioni del Golfo

La Cooperativa dei Mitilicoltori informerà sull’allevamento di cozze (i muscoli) e le ostriche sull’isola Palmaria e preparerà una degustazione dei deliziosi Spaghetti con i muscoli, piatto tipico

Trasporti nei giorni di Primavera del FAI alla Spezia:

Dalla Spezia ogni ora dalle 9:00 alle 16:00 (ultima corsa alle 17:00), servizio di traghetti dalla Passeggiata Morin alla Spezia:
09:00 – 10:00 – 11:00 – 12:00 – 13:00 – 14:00 – 15:00 – 16:00

Ritorno dall’isola Palmaria a La Spezia:

10.30 – 11.30 – 12.30 – 13.30 – 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30 – 18.30

Biglietti andata e ritorno: adulti € 5,00 – bambini da 6 a 11 anni € 3,00, sotto i 6 anni gratis

Da Portovenere ogni mezz’ora dal molo

9.30 – 16.30

Il ritorno dalla Palmaria ogni ora

Il biglietto costa € 3,50 andata e ritorno e bambini € 2.

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]]> Il pesto: una cosa seria, patrimonio culturale immateriale dell’umanità https://cinqueterreandbeyond.com/it/la-salsa-al-pesto-una-cosa-seria-patrimonio-culturale-immateriale-dellumanita/ Mon, 12 Mar 2018 21:40:02 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16258 Durante questa settimana, la Liguria dispiega un lungo tappeto verde, che si estende lungo tutta la Riviera, per promuovere la salsa al pesto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO Un capolavoro verde, una gioia per gli occhi e la bocca piena d’acquolina, l’oro verde che cresce nelle tue mani quando mischi alcuni semplici, freschi ingredienti. ...

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]]> Durante questa settimana, la Liguria dispiega un lungo tappeto verde, che si estende lungo tutta la Riviera, per promuovere la salsa al pesto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO

Un capolavoro verde, una gioia per gli occhi e la bocca piena d’acquolina, l’oro verde che cresce nelle tue mani quando mischi alcuni semplici, freschi ingredienti. Il pesto ligure è semplicità in cucina, nella migliore tradizione italiana, che unisce tutti in un viaggio di piacere della degustazione.

La Liguria in Italia è la culla di questa salsa unica conosciuta in tutto il mondo come Pesto genovese, che vanta migliaia di imitazioni e disprezza le versioni in barattolo preparate industrialmente. Questo perché in Liguria cresce la pianta di basilico che si dice sia la migliore per fare il pesto: una pianta dalle foglie piccole piena di aroma. Cresce ed è allevata specificamente a Pra’ (che significa prato), un piccolo centro vicino a Genova, ma può essere trovata ovunque in Liguria, che prende il suo inconfondibile sapore dal mix di mare e boschi che circondano la piantagione di basilico .

Un’unione magica che è di per sé la ricetta del Pesto, insieme alla pratica di battere gli ingredienti nel modo giusto.

“Pesto” significa “battuto”, il nome si riferisce all’atto di amalgamare il basilico e gli altri ingredienti fino a quando non si trasformano nella salsa liscia che abbraccia ogni tipo di pasta ma specialmente gnocchi, linguine, trofie e, nello spezzino, i testaroli. Bisogna battere in un mortaio di marmo con un pestello di legno e iniziare a macinare il sale, che dovrebbe essere grosso,  perché quando si aggiungono le foglie di basilico (lavate e asciugate), queste rimarranno di un verde brillante.

Ma cominciamo dall’inizio:

Nel mortaio, mescolare l’aglio e il sale, battendoli. È importante che le foglie non si impastino sul fondo, ma sulle pareti del mortaio, e mescolate in direzione rotatoria, lentamente e delicatamente. Dopo il basilico, si mettono i pinoli e i due formaggi e si continua a pestare. Infine si aggiunge l’olio, goccia a goccia.

Per la conservazione: lasciarlo riposare nel barattolo e riposare per un paio d’ore aperto, coperto solo con un foglio di carta oleata. Quando l’olio è risalito in superficie, isolando il pesto dall’aria, chiudere vigorosamente, se necessario, aggiungere un po ‘più di olio. L’aroma del pesto così ottenuto rimarrà per alcuni mesi anche se il verde caratteristico inizierà a scurirsi un po ‘.

“Basilico, pinoli, parmigiano, pecorino, aglio, olio, sale. Nessuno di loro sarà candidato a diventare patrimonio UNESCO: solo il Pesto. Perché il Tutto è superiore alla somma delle parti.”

Ecco cosa ha ha twittato oggi “Dio”, mentre la campagna della Regione Liguria si diffonde in tutto il paese, per attirare l’attenzione sulla candidatura della salsa Pesto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

Basilico, pinoli, parmigiano, pecorino, aglio, olio, sale. Nessuno di loro sarà candidato a diventare patrimonio UNESCO: solo il Pesto.
Perché il Tutto è superiore alla somma delle parti.#orgogliopesto pic.twitter.com/43THwYNSY5

— Dio (@Dio) 12 marzo 2018

E non è l’unico (anche se probabilmente il più importante): la campagna, che porta le città a organizzare eventi per “Pesta e Firma” per la petizione, con l’hashtag #orgogliopesto (pesto-orgoglio) ha riscosso molto successo. Fiere, stand e happening culinari celebrano la salsa verde in tutta la Liguria durante questa settimana.
Alla Spezia sarà possibile firmare la petizione alla prossima Fiera di San Giuseppe, in Piazza Europa, ma gli stand saranno presenti anche a Lerici, Monterosso, Portovenere, Riccò del Golfo, Deiva Marina, Sarzana e altri.

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]]> La Fiera di San Giuseppe 2018 alla Spezia https://cinqueterreandbeyond.com/it/la-fiera-di-san-giuseppe-2018/ Mon, 12 Mar 2018 16:57:46 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=11916/ Arriva la Fiera di San Giuseppe 2018, evento “clou” della primavera in città, che festeggia San Giuseppe patrono, con la sua ormai attesa notte bianca della musica e dei musei. Da quasi tutti gli spezzini la Fiera è attesa con trepidazione: la tradizione vuole che abbondi la porchetta, le salsicce, il croccante, le zeppole e ...

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]]> Arriva la Fiera di San Giuseppe 2018, evento “clou” della primavera in città, che festeggia San Giuseppe patrono, con la sua ormai attesa notte bianca della musica e dei musei.

Da quasi tutti gli spezzini la Fiera è attesa con trepidazione: la tradizione vuole che abbondi la porchetta, le salsicce, il croccante, le zeppole e i brigidini. La fiera annuncia che la primavera è ormai nel pieno, che comincia la stagione più bella per stare fuori e godere delle giornate che si allungano.

La fiera 2018 si svolgerà tra sabato 17 e lunedi 19 marzo tra le 8 e le 20, in occasione dell’attesa notte bianca di sabato, i banchi rimarranno aperti fino alle 22, con musica nelle piazze e musei aperti.

The Saint Joseph Fair in La Spezia Manifesto

Per chi è nuovo della Fiera, ma non solo, utile sapere che i 588 banchi presenti quest’anno si troveranno in quasi tutte le strade del centro comprese tra Via Chiodo e Piazza Verdi e il mare, quindi ai giardini pubblici fino a Largo Fiorillo, dove si trova il Terminal delle Crociere. Novità di quest’anno, il Consorzio della Farinata da sabato 17 a lunedì 19 sarà presente con il suo stand, insieme allo stand della Pro Loco Cadimare che offrirà acciughe fritte e sgabei. Domenica 18 marzo sarà possibile partecipare a “Firma e pesta“, la campagna per la promozione del Pesto Genovese come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

La storia di San Giuseppe affonda le radici nella tradizione commerciale della città

Probabilmente la festa del patrono a Spezia è stata introdotta intorno al 1650, quando il piccolo centro commerciale affrontava una crisi dovuta anche alla peste, diffusa in tutta Europa (anche se la città non ne fu direttamente interessata). Già alla fine del 1300 a Spezia si svolgeva una fiera commerciale di due giorni (molto probabilmente dedicata a San Cipriano) di cui si fa menzione negli Statuti cittadini del 1407 a conferma della vocazione commerciale già forte nel piccolo centro cittadino sin dal medioevo. Nel 1650 però si chiese a Genova di permettere di svolgere un mercato che riattivasse “il giro degli affari”, che Genova concesse, anche con una particolare riduzione delle tasse da pagare alla Repubblica.
San Giuseppe, oltre che della città di Spezia, è anche il patrono dell’Arsenale militare e della base navale: domenica 19 marzo il vescovo Luigi Palletti celebrerà alle 10 in Arsenale la messa, anticipando alle 11 di sabato 18 marzo la celebrazione solenne nella chiesa di Santa Maria Assunta.

La Notte Bianca e dei Musei Aperti, Sabato 17 Marzo

La notte bianca, ormai appuntamento fisso della Festa di San Giuseppe, porta la musica nelle strade della città e l’apertura notturna dei musei, nei quali sarà possibile ammirare le collezioni permanenti e partecipare a manifestazioni culturali organizzate per l’occasione. I musei osserveranno il seguente orario di apertura, con ingresso gratuito:

CAMeC: dalle 18.00 alle 24.00
Palazzina delle Arti: dalle 19.00 alle 24.00
Museo Lia e Museo etnografico: dalle 21.00 alle 24.00
Villa Marmori, sede del Conservatorio “G. Puccini” della Spezia, sarà aperta al pubblico sabato 17 Marzo per consentire la visita libera e gratuita del bellissimo storico in stile liberty.

Sul nostro calendario, una panoramica dei principali appuntamenti per la Fiera e la Notte Bianca di San Giuseppe 2018. 

 

Come spostarsi nei giorni della Fiera

I colori della Festa di San giuseppe adornano le strade della città del centro

Nella zona interessata dalla Fiera non sarà possibile transitare e parcheggiare con l’auto.

Verrà attivata una navetta gratuita di collegamento tra i parcheggi del palasport e Le Terrazze con Via XX Settembre (nel tratto tra Piazza Verdi e il mare), e il parcheggio di Piazza d’Armi con Piazza Cesare Battisti. Il servizio sarà attivo con frequenza di 20 minuti tra le 9 .30 e le 20.30, il venerdi dalle 8.30, e potenziato  o con frequenza 10’ nelle fasce 12,30-15,30 e 16,30-19,30.

 

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]]> A Sarzana, la Fiera della Nocciola festeggia il frutto tipico della Lunigiana https://cinqueterreandbeyond.com/it/sarzana-la-fiera-della-nocciola-festeggia-uno-dei-frutti-tipici-della-lunigiana/ Wed, 07 Mar 2018 22:39:34 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16195 Pare che un tempo, prima che la città di Sarzana fosse fondata, la sua piana fosse ricoperta di alberi di nocciolo. La tradizione della Fiera della Nocciola o “Nizèa” festeggia il frutto lunigianese. La nocciola, insieme alle castagna, un tempo veniva conservata dopo il raccolto autunnale per offrire un semplice, ma saporito dolce spuntino nelle lunghe serate invernali ...

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]]> Pare che un tempo, prima che la città di Sarzana fosse fondata, la sua piana fosse ricoperta di alberi di nocciolo. La tradizione della Fiera della Nocciola o “Nizèa” festeggia il frutto lunigianese.

La nocciola, insieme alle castagna, un tempo veniva conservata dopo il raccolto autunnale per offrire un semplice, ma saporito dolce spuntino nelle lunghe serate invernali trascorse davanti al camino con le rituali conversazioni e risate che animano anche le case più povere.

Quello che rimaneva al sopraggiungere della Domenica delle Palme, “il resto de Nizèa”, veniva regalato alle fidanzate e ai bambini nella forma di collane di nocciole portate come trofei, le più lunghe possibili, inanellate con maestria per l’occasione. Solo la sera, a chiusura di una giornata caratterizzata dall’allegria che inevitabilmente porta con sé l’arrivo della primavera, si potevano sgranocchiare le nocciole.

Da qui nasce la Fiera della Nocciola di Sarzana, che arriva sempre due domeniche prima della Pasqua, ad annunciare l’arrivo della primavera, oggi non solo con le collane di nocciole (che comunque non possono mancare) ma con una bella serpentina di bancarelle che vendono torroni, croccanti, porchetta, giocattoli, abbigliamento e prodotti per hobbisti.

Quest’anno, la Fiera della Nocciola sarzanese si festeggia dal 7 al 9 Aprile (spostato l’appuntamento del 10-12 Marzo per maltempo)

Le 295 bancarelle si troveranno lungo le vie e le piazze del centro ma anche in via Falcinello e Villefranche. Per l’occasione, tutti i negozi saranno aperti.

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]]> Inverno nelle Cinque Terre Virale https://cinqueterreandbeyond.com/it/winter-in-the-cinque-terre-gone-viral16167/ Fri, 02 Mar 2018 13:02:44 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/winter-in-the-cinque-terre-gone-viral16167/ Come in tutta Europa, anche le Cinque Terre sono strette nella morsa del freddo. Le Cinque Terre in inverno danno insoliti colori e atmosfere ai paesaggi. L’inverno nelle Cinque Terre è solitamente mite, una buona opzione per coloro che amano viaggiare in questo periodo. L’inverno 2018 è piuttosto freddo e ha anche portato la neve ...

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]]> Come in tutta Europa, anche le Cinque Terre sono strette nella morsa del freddo. Le Cinque Terre in inverno danno insoliti colori e atmosfere ai paesaggi.

L’inverno nelle Cinque Terre è solitamente mite, una buona opzione per coloro che amano viaggiare in questo periodo. L’inverno 2018 è piuttosto freddo e ha anche portato la neve nel paesaggio, regalando atmosfere e panorami insoliti. L’aria fresca e pulita tipica dell’inverno, la lunga prospettiva sull’orizzonte del mare, i tramonti mozzafiato sono alcuni dei aspetti più affascinanti i di questo periodo.

Un video virale si è diffuso nei social media locali di un ragazzo che scia nello scenario di Portovenere, con un effetto molto spettacolare di neve e mare (instagram video di lillysucci):

L’entroterra della Val di Vara regala suggestioni del nord Europa, con i suoi grandi boschi coperti di neve. I lunghi tramonti e le belle atmosfere una volta che ci si è rifugiati negli accoglienti paesi della valle fanno sentire lontani dal Mediterraneo, che in realtà è proprio dietro le colline.

Il bosco dei Casoni in Val di Vara, ph Simone Bertagna

Le case colorate di Portovenere e di Tellaro e degli altri paesi del Golfo dei Poeti si stagliano sul cielo grigio e all’orizzonte in un quadro  romantico.

Infine, la neve è caduta anche in città regalando alcune vedute totalmente inedite.

Le architetture di Piazza Verdi alla Spezia sotto la neve. Ph Roberto Vendasi

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]]> Sciacchetrail 2018 https://cinqueterreandbeyond.com/it/sciacchetrail-2018/ Sat, 24 Feb 2018 14:36:29 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/sciacchetrail-and-minisciacchetrail/ Lo Sciacchetrail di quest’anno, selezionato tra i migliori progetti sull’innovazione e la sostenibilità delle destinazioni turistiche italiane, si svolge dal 23 al 25 marzo. Lo Schiacchetrail è una corsa podistica che si svolge ogni anno sui sentieri delle Cinque Terre, unendo l’amore per gli sport outdoor, per la natura e il territorio ligure, già di ...

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Lo Sciacchetrail di quest’anno, selezionato tra i migliori progetti sull’innovazione e la sostenibilità delle destinazioni turistiche italiane, si svolge dal 23 al 25 marzo.

Lo Schiacchetrail è una corsa podistica che si svolge ogni anno sui sentieri delle Cinque Terre, unendo l’amore per gli sport outdoor, per la natura e il territorio ligure, già di per sé un modo per godersi il benessere in un ambiente incontaminato.

Il nome “sciacchetrail” è formato dal nome del vino dolce locale Sciacchetra, e trail running, disciplina così definita sul sito della competizione:

Trail running significa, tra le altre cose, correre per miglia e miglia in solitudine, per stimolare la crescita interiore. Una nuova dimensione viene aggiunta alla corsa con le infinite variabili della natura.

Percorrere le antiche mulattiere ci riporta alle origini dei vari territori, attraverso le loro storie ed economie. La riscoperta di tutto ciò attraverso un duro sforzo ha anche un valore morale che ci riporta alla realtà, al di fuori delle bolle e delle tecnologie finanziarie in cui ci stiamo perdendo.

Sciacchetrail nel 2016 è entrata nel circuito dell’International Trail Running Association e ha ottenuto punti validi per la partecipazione alle principali corse podistiche d’Europa. Corridori provenienti da tutto il mondo vengono alle Cinque Terre per correre nella cornice unica delle Cinque Terre.

Dopo il successo dell’edizione dell’anno scorso, l’iniziativa diventa ancora più grande quest’anno, con l’istituzione dello Sciacchetrail Outdoor & Family Village, nuovi sport e attività per tutto il weekend ed eventi legati al mondo dello sport, del vino, del cibo e dell’arte. Tra le attività previste: stazione di arrampicata, skateboard, stretching, poledance, canottaggio, slack line, mountain bike, boulder da tavolo, laboratori d’arte e la competizione ArTrail, dedicata alla valorizzazione del territorio e alla sua identità.
La gara si svolgerà sabato 24 marzo da Monterosso.

Calendario Eventi.

E da oggi, puoi votare per Sciaccetrail per diventare il primo progetto tra quelli selezionati da OUTDOOR EXPO per l’innovazione e la sostenibilità delle destinazioni turistiche italiane.

Le iscrizioni per quest’anno sono chiuse. È possibile aderire alla alla lista d’attesa.

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]]> Un luogo del cuore alle Cinque Terre i 400 anni di storia del convento dei Cappuccini di Monterosso https://cinqueterreandbeyond.com/it/un-luogo-del-cuore-alle-cinque-terre-i-400-anni-di-storia-del-convento-dei-cappuccini-di-monterosso/ Thu, 15 Feb 2018 12:12:58 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=16065 Luogo magico e ricco di spiritualità, il convento dei Cappuccini di Monterosso nelle Cinque Terre festeggia il suo quarto centenario. Il convento dei Cappuccini di Monterosso guarda al mare aperto dal colle di San Cristoforo, tra la spiaggia di Fegina e il borgo che proprio qui trova le origini del suo nucleo storico. Per la ...

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]]> Luogo magico e ricco di spiritualità, il convento dei Cappuccini di Monterosso nelle Cinque Terre festeggia il suo quarto centenario.

Il convento dei Cappuccini di Monterosso guarda al mare aperto dal colle di San Cristoforo, tra la spiaggia di Fegina e il borgo che proprio qui trova le origini del suo nucleo storico. Per la spettacolarità della vista e il fascino della struttura si è classificato al primo posto nel settimo censimento nazionale de “I luoghi del cuore 2014” del FAI con 110.341 segnalazioni, numero mai eguagliato da nessun altro luogo o monumento italiano.

In questi giorni, questo luogo straordinario festeggia i 400 anni di vita (1628 – 2018), con una serie di iniziative atte a far conoscere la storia del convento e anche a finanziare i progetti di conservazione e restauro necessari per mantenersi.

Il 20 febbraio del 1618 i Frati Cappuccini si insediarono simbolicamente piantando una croce sui terreni di Castello e Buranco, donati all’ordine dal Comune di Monterosso, circa 4 anni dopo l’edificio del convento con le sue dodici celle era completato, con l’attigua chiesa della Vergine Immacolata e San Francesco d’Assisi e il suo sagrato, e circondato da orti su diversi livelli nei quali venivano coltivati limoni e vigneti. Da quel momento, i frati divennero una parte fondamentale della vita comunitaria del borgo marinaro, a cui parteciparono spiritualmente e materialmente.

Con sorti alterne, che lo videro chiuso sia per le leggi napoleoniche del 1816 e per le leggi sabaude del 1867, acquisito da Pietro Benvenuto di Monterosso che lo restituì ai religiosi, e quindi di nuovo perso per mancanza di religiosi nell’ultimo decennio del XX secolo, dal 2006 il Convento è tornato alla sua antica funzione, tanto desiderata dall’intera popolazione monterossina.

Un luogo di pace, amato da Eugenio Montale, e oggi aperto anche all’accoglienza dei turisti che vogliono godere di un luogo ispirato e bellissimo.

Oggi la struttura promuove numerose attività di valorizzazione della storia locale e del patrimonio artistico ospitato: tra tutte emerge la “Crocifissione” attribuita ad Antoon Van Dyck San Girolamo penitente di Luca Cambiaso, il refettorio a volte con La Veronica dello Strozzi, e il convento stesso, che ha mantenuto nel tempo tutte le caratteristiche architettoniche del ‘600.

Dal sagrato si ammira uno dei panorami più suggestivi e spettacolari delle Cinque Terre, soprattutto al tramonto, forse l’ora più bella per visitare questo luogo.
Una lapide collocata sulla scala che conduce al convento ricorda il frequente passaggio del poeta Eugenio Montale, che qui amava trascorrere momenti di pace e ricordo

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino

Dall’11 i Frati organizzano diverse attività spirituali e festeggiamenti per celebrare il centenario, che culmineranno con il programma del 25 Febbraio:

Ore 10:00 – Piazzale del Convento dei Cappuccini
Inaugurazione della targa commemorativa per i 400 anni della fondazione.
Discesa in processione al paese con sosta alla statua di San Francesco accompagnati dal Corpo Bandistico Musicale La Monterossina e dalle Confraternite.

Ore 11:00 – Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista
Santa Messa Solenne presieduta da p. Mauro Jöhri – Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Saranno presenti p. Francesco Rossi – Padre Provinciale di Genova, p. Renato Brenz Verca – rettore del Convento, il parroco don Antonio Carozza e altri frati cappuccini. Accompagna il Coro Parrocchiale San Giovanni Battista. Sono presenti le Autorità civili.

Dalle ore 12.15 – In Piazza
Pranzo comunitario gratuito offerto dal Convento per la popolazione di Monterosso. Con la “Confraternita della pentola” di Senago per condividere un pasto con cibi semplici della tradizione francescana.
Nel pomeriggio animazione e musica con Frate Alberto e “Quelli di SanBa”.
Per il pranzo è necessario iscriversi presso Enoteca Internazionale, Bar Centrale, Ferramenta Enzo Vai “Lillo”, Bar Giò Fegina, Erboristeria Milly.

 

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]]> Dante e i castelli di Lunigiana in una mostra fotografica https://cinqueterreandbeyond.com/it/dante-e-castelli-di-lunigiana-una-mostra-fotografica/ Thu, 01 Feb 2018 17:27:28 +0000 https://cinqueterreandbeyond.com/?p=15996 Il 6 Ottobre del 1306 Dante Alinghieri faceva da testimone d’eccezione della Pace di Castelnuovo, l’evento che metteva fine alla lunga guerra tra i Vescovi di Luni e la famiglia Malaspina per i confini sempre incerti tra i castelli di Lunigiana e il potere spirituale nel territorio. È l’episodio storico documentato alla base di un ...

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]]> Il 6 Ottobre del 1306 Dante Alinghieri faceva da testimone d’eccezione della Pace di Castelnuovo, l’evento che metteva fine alla lunga guerra tra i Vescovi di Luni e la famiglia Malaspina per i confini sempre incerti tra i castelli di Lunigiana e il potere spirituale nel territorio.

È l’episodio storico documentato alla base di un lungo rapporto tra il Poeta e la regione, meno attestato storicamente, ma pare importante sia nella biografia ed opera di Dante che nella storia della Lunigiana.

È questa storia che la mostra delle foto di Lorenzo Pecunia per Sarzana Dantesca vuole raccontare.

Un viaggio nei luoghi storici ma anche più abbandonati, per il noto fotografo del paesaggio e di vestigia in abbandono, tra i castelli della Lunigiana storica che certamente o probabilmente videro la presenza del poeta fiorentino. Inaugurata Martedì 6 Febbraio, la mostra sarà visibile nel salone della pasticceria Sbarbaro fino al 15 Febbraio.

La famiglia Malaspina era politicamente suddivisa tra ramo secco e fiorito, e a quest’ultimo apparteneva il guelfo Moroello, ospite di Dante che si guadagnò un posto nel Purgatorio della Comedia.

Il ramo fiorito a sua volta si suddivise in quattro diramazioni: di Mulazzo, di Villafranca, di Val di Trebbia e di Giovagallo, a cui apparteneva Moroello di Manfredi.

La fortezza malaspiniana di Sarzanello

In queste località e in tante altre, i Castelli di Lunigiana testimoniano la presenza di un’importante organizzazione feudale della famiglia Malaspina, conosciuta nel profondo da Dante durante il suo esilio nei territorio appenninici. Un’organizzazione strategica per il controllo di uno dei tratti viari più importanti d’Italia nel Medioevo attraverso una fitta rete di fortificazioni in contatto visivo tra loro e dei borghi costruiti all’interno delle loro mura.

Visitare i Castelli di Lunigiana oggi è una delle esperienze più ispiranti del territorio, un ottimo diversivo per esplorare l’entroterra storico della costa a tra Liguria e Toscana, in mezzo alla natura delle valli della Magra e del Vara.
Parliamo di tre castelli della Lunigiana che sono esempi importanti e affascinanti del territorio, che permettono una vista straordinaria dalle montagne al mare.

1 Da Castelnuovo, il Castello della Pace del 1306 guarda su tutta la valle

Il Castello di Castelnuovo, perfettamente conservato, e la sua magnifica torre

Il Castello di Castelnuovo apparteneva ai vescovi di Luni, ed è uno degli esempi meglio conservati di tra tutti i Castelli di Lunigiana. La sua torre merlata a pianta quadrata emerge imponente ed è visibile da Luni e dal mare, mentre dalle sue finestre si ammira uno dei panorami più suggestivi sull’intera val di Magra

Ogni quarta domenica di agosto si celebra la ricorrenza della famosa Pace di Dante, firmata in data 6 ottobre 1306 per suggellare la pace tra i Vescovi di Luni e i marchesi Malaspina che cambiò il corso storico per l’intera vallata.

 

2 A Mulazzo, le rovine del Castello  e la Casa di Dante celebrano il Poeta

I resti del Castello di Mulazzo

Mulazzo è un comune sparso composto da sedici piccoli borghi con esempi notevoli di fortificazioni medievali: Lusuolo, Gavedo e Castevoli  e la stessa “Casa di Dante” una casa torre della cinta muraria del borgo storico medievale, l’edificio che ospitò il Poeta nei suoi viaggi in Lunigiana.

3 Madrignano guarda la Val di Vara e la Val di Magra

Il Castello di Madrignano ristrutturato ospita oggi il Comune di Calice al Cornoviglio

Una prima documentazione del castello appare in un diploma imperiale del 1164 con il quale Federico Barbarossa concede il  castrum Madrognani ad Obizzo Malaspina. Precedentemente, la rocca presente a Madrignano vicino a Calice al Cornovoglio in Val di Vara dovette essere appartenuta agli Estensi, oppure ai Vescovi di Luni. I Malaspina mantennero il potere fino all’avvento della Repubblica di Genova nel 1416 con la famiglia dei Fieschi.

La vista dal Castello di Madrignano spazia su Val di Magra e Val di Vara, in una prospettiva unica

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